La livella? Dopo

altalena sistema paese

Della ricerca di mercato e del sondaggio, su 2.902 milionari e miliardari dei Paesi del G20, abbiamo già scritto nell’articolo “Il Regalo di Davos?” (https://zonafrancanews.info/2025/02/01/il-regalo-di-davos/) pubblicato su “ZonaFranca” del 1° febbraio 2025.

Entrambi gli esiti delle iniziative, realizzate da Survation su commissione della associazione Patriotic Millionaires International (PMI), sono state allegate ad una lettera aperta, promossa da Oxfam e firmata da 730 milionari dei Paesi G20, inviata al recente meeting 2025 del World Economic Forum (WEF).

Ma Oxfam non si è limitata a promuovere la lettera citata e a diffondere il sondaggio realizzato da Survation; ha, anche, pubblicato un suo “Report sulle Disuguaglianze” in occasione della apertura dei lavori del Meeting WEF.

Ecco i spunti salienti del Rapporto.

In primo luogo un dato incredibile: Il tasso di crescita della ricchezza dei super ricchi è in accelerazione tanto che, se nel 2023 ammontava a $ 13.000 mld, nel 2024 contabilizzava ben $ 15.000 mld con un tasso di crescita di oltre il 15%, addirittura triplicando il tasso 2022/2023.

Non c’è impresa che abbia un reddito netto così alto. Pensate, si tratta di un incremento di $ 5,48 mld medio per ogni sacro giorno dei 365 giorni dell’anno. I top 10 hanno registrato, insieme, un incremento quotidiano di $ 10 mln. Una enormità. Ma anche il numero di miliardari è cresciuto passando da 2.565 del 2023 ai 2.769 nel 2024 con un incremento annuale del 8%. Incredibile. Pensate, oltre “mezzo miliardario” in più ogni giorno dell’anno, 4 ogni settimana.

A fronte di questa concentrazione di ricchezza, sull’altro versante, il 44% dell’umanità non arriva alla soglia di povertà (meno di $ 6,85 al giorno). Secondo il Rapporto sulla Povertà della Banca Mondiale del 2023, versa in “povertà estrema” (meno di 2,15 dollari al giorno) circa il 9% della popolazione mondiale, pari a quasi 675 milioni di persone. Nel 2024 il numero è salito a 700 milioni di persone. Cifre da capogiro.

L’1% delle persone più ricche possiede quasi il 45% di tutta la ricchezza mondiale.

E l’accelerazione è nei fatti.

Ci si attende, entro un decennio che i “trilionari” saranno almeno 5.

La piramide della distribuzione della ricchezza si è abbassata: pochissimi al vertice, pochi nel mezzo, la gran massa giù giù. La preoccupazione è che si va appiattendo velocissimamente e ricorda la catastrofe incombente ben descritta dall’immagine: “uno, nessuno, centomila”.

È ovvio che l’attuale sistema mondiale non funziona più: la degenerazione ha raggiunto livelli impensabili solo qualche decennio fa.

Quali sono i fattori che hanno prodotto questo disgraziato scenario?

Il Rapporto Oxfam sostiene che molto accumulo di ricchezza sia “immeritato” perché sembra che il 60% della ricchezza dei miliardari possa essere il frutto di eredità, monopoli e da “legami clientelari”. Ma, non sembra che questa sia una corretta interpretazione perché i citati fattori sono incommensurabili: l’eredità non è “crescita” ma “trasferimento”; i monopoli sono acquisiti con strategie permesse dall’attuale architettura di sistema; i “legami clientelari” danno la sensazione di “consiglio di volpe, danno a gallina” ovvero di “interesse privato in pubblico ufficio”.

Tutti fattori ineludibili.

Noi siamo sempre più convinti, invece, che il grande gioco sulla scacchiera mondiale, sporcato da una selvaggia globalizzazione di andata e da una confusa geopolitica di ritorno, non tenga più perché ha assunto il timbro di una colonizzazione, non degli Stati. ma dei popoli e delle genti.

Ecco, cosa dice Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam International:

“La conquista dell’economia globale da parte di pochi privilegiati ha raggiunto livelli un tempo considerati inimmaginabili… L’incapacità di fermare i miliardari sta ora generando i prossimi “trilionari”. Non solo il tasso di accumulo di ricchezza dei miliardari è triplicato, ma anche il loro potere è aumentato”.

Con questa dichiarazione, ecco la soluzione di Oxfam al problema: un sistema fiscale più equo. In dettaglio, se dividessimo la piramide della distribuzione del reddito, prima citata, in tre parti: il 10% al top, il 50% nel mezzo, il 40% al bottom, ebbene il fisco dovrebbe garantire che, versate le tasse, il reddito del top non sia superiore al reddito del bottom.

Sembra, a prima vista, una soluzione bellissima ma poi ci si rende facilmente conto della impossibilità applicativa e, soprattutto, non risponde alla domanda: come mai Oxfam non si rende conto che il maggior esborso in tasse di quel 10%, forse non rispettoso costituzionalmente, sarà quasi in automatico ribaltato sul 40%? Cioè i ricchi rimangono ricchi e i poveri sempre più poveri.

Lo possiamo dire in maniera più chiara: le tasse dei ricchi le pagheranno i poveri.

Le disuguaglianze non si risolvono con le tasse ma con interventi sistemici.

Al solito: tutte le strade portano a Roma.

Antonio Vox

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