Il premio Nobel per la pace

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Anche quest’anno, il 2025, il premio Nobel per la Pace è stato assegnato.

A chi? Alla venezuelana Maria Corina Machado, ignota al grande pubblico. La motivazione è chiarissima: “per un instancabile lavoro nella promozione dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia“.

Per inciso, il Venezuela è uno Stato in crisi totale; basti sapere che, nelle presidenziali del 2025, hanno votato solo 6 mln di elettori su circa 22 mln di aventi diritto.

Chi è Maria Corina Machado? Nata a Caracas, 58 anni, la maggiore di quattro sorelle, madre di 3 figli, è la figlia di un importante uomo d’affari dell’energia e dell’acciaio. Cattolica, attiva nel sociale, ha conseguito la laurea in ingegneria industriale e un master in finanza. Dedicatasi alla politica, nel 2010, è stata eletta parlamentare con ben 236.000 consensi che, viste le astensioni, è una percentuale altissima. Nel 2014, la Corte Suprema di Giustizia del Venezuela l’ha rimossa, dall’incarico di deputata, per una presunta flagrante violazione della Costituzione. Nel 2015, il Controllore Generale della Repubblica l’ha sanzionata, per un anno, con l’interdizione dai pubblici uffici. Nel 2024 è stata esclusa dalla competizione per le presidenziali del 2025, vinte da Maduro. La Machado, se prima denunciava ricorrenti violazioni dei diritti umani, oggi denuncia ogni sorta di manipolazioni elettorali. Da allora è latitante. La posizione politica di Maria Corina Machado è il cosiddetto “capitalismo popolare” che significa centralità dell’individuo, fondamentale diritto alla proprietà privata, burocrazia equilibrata, libera economia. In sostanza, una liberale, fiera oppositrice di Nicolás Maduro Moros.

Quest’ultimo, 63 anni, madre di origini colombiane e padre venezuelano di origini ebraiche sefardite, è un politico ex sindacalista, ex autista di autobus, già delfino di Hugo Chávez, già presidente del Parlamento, predestinato successore di Chavez. In qualche Paese, c’è il diritto di successione. E, infatti, è presidente del Venezuela dal 2013, recentemente riconfermato, nel 2025, per un terzo mandato.

Nell’arco della sua presidenza, tutti i parametri macroeconomici del Venezuela sono peggiorati. Sarebbe il minimo se l’astensionismo non fosse alle stelle (oltre il 70%); se non fosse fuori controllo il tasso di criminalità e di omicidi, quello dell’inflazione, quello della povertà. Ma non è finita: c’è anche penuria di generi alimentari e beni di largo consumo. A questo sfacelo della economia, si accompagna una diffusa e inarrestabile corruzione e la pessima gestione della cosa pubblica. Uno sfacelo che produce frequenti sommosse popolari. Maduro è stato accusato dall’ONU (nel 2020), per crimini contro l’umanità, alla Corte Penale Internazionale (CPI). Idem nel 2017, accusato dal procuratore Luisa Ortega Díaz (oggi in prudente esilio a Bogotà) per aver assassinato, dal 2015 al 2017, circa ottomila persone e per aver usato, disinvoltamente e abitualmente, tortura, detenzione arbitraria, violazione di domicilio. Ma è anche un “Wanted”: infatti, nel 2020, si è guadagnato una taglia USA da $ 15 mln per la sua cattura; taglia il cui importo è stato aumentato recentemente. La CPI, stranamente, non è riuscita ancora a processarlo. Chissà come mai.

La politica economica di Maduro si basa sul socialismo bolivariano. In Venezuela, il bolivarismo è fortemente associato al “socialismo del XXI secolo”. Questa ideologia intenderebbe realizzare il socialismo d’ispirazione marxista attraverso la democrazia diretta o partecipativa. Purtroppo, la intenzione sconta l’obsolescenza dell’ideologia socialista. L’effetto, ormai noto dalla Storia, è che quei Paesi che hanno adottato il socialismo del XXI secolo si sono trasformati in regimi fortemente burocraticiautoritari e centralisti.

Non è difficile immaginare quanto possa essere critico il rapporto con gli USA.

Le cronache hanno già informato di diverse scaramucce intervenute fra i due Paesi. Possiamo essere certi che il governo di Maduro è nel mirino di Trump che si è intestata anche questa battaglia. Questo Trump, ha portato la fine delle ostilità guerreggiate a Gaza; ora vuol portare in Venezuela una nuova era sociale abbattendo un regime pericoloso e illiberale. Vedremo se riuscirà a vincere questa ulteriore sfida.

La assegnazione del Nobel ha preso alla sprovvista la signora Machado. Quale è stato il suo commento nelle interviste cui subito è stata chiamata? Ecco:

Sono sotto shock, non ci posso credere … ho dedicato questo premio ai venezuelani e al presidente Trump, perché oggi egli incarna e guida l’intervento congiunto che mira a privare questa struttura criminale delle infinite fonti di entrate illegali che l’alimentano e le consentono di reprimere e perseguitare la società venezuelana”.

Lei ha riconosciuto che senza il fattore Trump non ci potrà essere una svolta democratica e liberale in Venezuela.

In tutto questo panorama lascia perplessi la latitanza di istituzioni come la CPI. Sull’altro fronte, la commissione per il Nobel è stata criticata per la scelta di assegnare il premio per la Pace a Maria Corina Machado e non a Trump stesso.

La Casa Reale svedese avrebbe potuto trovarsi in grosso imbarazzo viste le tempeste internazionali intorno al Tycoon.

Fra i critici a questa assegnazione del Nobel si annoverano diversi opinionisti internazionali di spessore ma anche personaggi che stanno facendo la politica internazionale. Fra i tanti ritroviamo il Netanyahu (c’era da aspettarselo visto che Trump gli ha tolto le castagne dal fuoco). Ma quello, inaspettato, che più fa notizia per i risvolti che potrebbe nascondere, è stato il commento di Putin: “Trump sta facendo molto, il premio Nobel sta perdendo credibilità … Il Comitato lo ha ripetutamente assegnato a coloro che non hanno fatto nulla per la pace”. Ciò mostra che, in politica internazionale, quello che viene propinato ai media, non solo è quasi nulla rispetto alla realtà dei fatti; ma è anche spesso falsato.

Riusciremo a vedere anche la fine delle ostilità in Ucraina?

Antonio Vox

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